Assassin’s Creed Chronicles: India – Recensione

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UN AFFRESCO INDIANO PER GLI ASSASSINI

Il secondo capitolo della miniserie Assassin’s Creed Chronicles è finalmente disponibile. In un momento molto particolare per Ubisoft e per il suo brand più importante, esce la seconda parte di questo spin off che con il primo capitolo ha ben impressionato l’enorme platea dei fan di questa saga ”multimediale”. Dopo le avventure dell’assassina Shao Jun, ambientate in Cina nella prima metà del 1500, il nuovo capitolo si svolge in India nel 1841. L’eroe, di cui vestiremo i panni, si chiama Arbaaz Mir, personaggio già apparso in Assassin’s Creed Brahman, una graphic novel pubblicata nel 2013. La storia, come già detto, è ambientata in India durante la cruenta guerra tra fra l’impero Sikh e la Compagnia delle Indie Orientali e, come spesso succede nelle storie degli “Assassini”, dietro gli sconvolgimenti nei quali si dipana la trama, ci sono i Templari e le loro brame di potere e proprio come ogni avventura del brand che si rispetti, dovremo combatterli per portare a compimento il percorso tracciato e il ritrovamento dell’ennesimo frutto dell’Eden (ma quanti sono?!?). Il racconto della trama è inoltre supportato da raffinatissime e coloratissime sequenze animate, che sin dal primo capitolo sono diventate il marchio personale che i Climax Studios hanno impresso su questa parte dell’universo videoludico dedicata alla gilda degli assassini.

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Storia diversa, stessa sostanza

Assassin’s Creed Chronicles: India è un action/platform con una marcata anima stealth e si inserisce perfettamente, forse anche troppo, nel solco scavato dal suo predecessore. Gli sviluppatori hanno ricreato un paesaggio indiano e una sensazione di gioco che ricorda fin troppo il mai dimenticato Prince of Persia e vi hanno inserito tutte le armi, le tecniche e le capacità degli assassini di casa Ubisoft: quasi una sorta di omaggio che, secondo chi scrive, ha limitato la creatività nel dare un volto più originale a questo titolo. Anche questo secondo capitolo si presenta come un “vecchio” gioco in 2D, ma a renderlo differente è la mezza dimensione in più che caratterizza alcuni passaggi del gioco. Nei vari scenari che si attraversano, sapientemente disegnati dai ragazzi della Climax, l’osservazione dell’ambiente è la nostra prima risorsa perchè gli sviluppatori hanno riempito l’ambiente di “zone” adatte a risolvere la situazione evitando lo scontro frontale con le guardie. L’anima stealth di Assassin’s Creed si esalta in questo secondo capitolo delle cronache dove il consistente numero di nemici e i tanti gingilli a disposizione consentono molte soluzione alternative alla battaglia in campo aperto, molte volte impraticabile.

ACC-India_06Tuttavia, in caso di corpo a corpo, non mancano le risorse per batterci: abbiamo a disposizione due colpi, uno veloce e uno forte, una parata e varie combinazioni di mosse per poter assassinare acrobaticamente, silenziosamente o in corsa. Il game play rimane identico a quello delle cronache cinesi e, anche se più ricercato nei dettagli, le gesta indiane differiscono poco o niente da quelle vissute nel primo capitolo. Tuttavia il fascino di questa saga rimane invariato, l’abilità e l’obbiettivo di uscire dalle situazioni in maniera impeccabile sono parte integrante del gioco che restituiscono un gratificante feedback in punti e in aumento delle abilità di Arbaaz Mir. India sembra essere migliore di China in quanto più ricercato e denso di elementi, ma la sostanza del gioco non cambia; in un momento di profonda riflessione di Ubisoft sul proprio gioco più prestigioso, ci saremmo aspettati qualcosa di più per aumentare o ritrovare l’affezione di alcuni fan un pò stanchi della ripetitività del gioco. Tuttavia se siete amanti dello stile “assassino” dovete assolutamente giocare questo titolo e sicuramente completarlo con il prossimo capitolo in uscita il 9 febbraio2016.

PRO

  • Graficamente molto raffinato
  • I livelli sono concepiti meglio rispetto al primo capitolo

Contro

  • Gameplay invariato
  • La trama è forse un pò scontata
7.5

Buono

Giornalista iscritto all'Ordine di Roma. Svezzato a NES, cresciuto a PlayStation e Xbox e sfamato a PC gaming. Ha accolto con entusiasmo il progetto videogiocare.it. Purtroppo spesso non è d’accordo con il pensiero generale riguardo i giochi, ma qualcuno deve pur cantare fuori dal coro. Il suo motto è: “Bisogna prestare poca fede a quelli che parlano molto”. Oh, non lo ha detto lui, ma Catone.

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