Dopo anni di richieste da parte dei fan, Assassin’s Creed sbarca finalmente nel Giappone feudale con Assassin’s Creed Shadows, un titolo che promette di unire il fascino del periodo storico a un gameplay rinnovato e a due protagonisti dagli stili di gioco molto diversi. Ubisoft cerca di bilanciare azione e stealth in un mondo aperto vasto e ricco di dettagli, e sempre orientato verso il gioco di ruolo.
La serie sarà riuscita finalmente a tornare ai fasti di un tempo?
Due assassini, due anime di gioco
L’idea di alternare due personaggi con approcci diametralmente opposti si è rivelata sicuramente interessante. Da una parte abbiamo Naoe, una shinobi agile e letale, che incarna la tradizione della saga con fasi stealth, parkour ed eliminazioni silenziose. Dall’altra troviamo Yasuke, un guerriero massiccio di pelle nera che punta su combattimenti diretti e spettacolari, quasi trasformando il gioco in un action puro, privo di furtività e acrobazie.
Questa dualità funziona? Sì, ma con qualche riserva. Se l’uso di Naoe richiama le sensazioni dei vecchi capitoli di Assassin’s Creed, le sezioni con Yasuke risultano più divertenti ma anche più lontane dai canoni della serie. Che sia un bene o un male sta a voi deciderlo. Personalmente ho trovato che questa alternanza generasse una piacevole diversità di approccio alle missioni, ma chi si aspetta un’avventura interamente basata sulla furtività potrebbe trovarsi spiazzato dalle sequenze più brutali e dirette. Inoltre, l’alternanza tra i due protagonisti non è sempre bilanciata, con alcune missioni che sembrano forzare l’uso di un personaggio quando l’altro sarebbe stato più adatto. Questo a volte spezza il ritmo dell’azione e rende l’esperienza meno fluida di quanto ci si aspetterebbe.
Meno è meglio
Ubisoft ha fatto un lavoro eccezionale nella ricostruzione degli scenari, con paesaggi davvero riusciti che rendono giustizia al periodo feudale nella terra del Sol Levante. I dettagli ambientali, i giochi di luce e la direzione artistica sono eccellenti, offrendo scorci da cartolina in ogni angolo della mappa. Il Giappone del XVI secolo prende vita con villaggi, templi e città ricreate con una cura maniacale, e ogni ambientazione trasmette un forte senso di immersione.
Purtroppo, però, i volti dei personaggi e le animazioni tradiscono una certa arretratezza tecnica, con espressioni rigide e recitazioni poco convincenti che stonano con la bellezza del mondo circostante. Un contrasto che fa emergere il peso di un motore grafico che avrebbe bisogno di un deciso aggiornamento. È un peccato, perché questa discrepanza si nota soprattutto nei dialoghi più intensi, spezzando l’immedesimazione e rendendo alcune scene meno coinvolgenti di quanto potrebbero essere, se non a volta addirittura ridicole.
Un vero peccato, perchè al contrario il mondo di gioco è a tratti davvero bellissimo.
A ciò si aggiunge il problema ormai storico della serie più recente, e che forse in questo nuovo capitolo raggiunge il suo apice: troppa roba da fare. Il mondo aperto è letteralmente colmo di attività, e questo non sempre è un pregio. La quantità eccessiva di missioni, collezionabili ed eventi rende l’esperienza dispersiva e meno rifinita, con bug e glitch che emergono proprio per l’enorme quantità di elementi a schermo. Persino il rifugio e la sua gestione ci è sembrata di troppo.
Meno contenuti ma più curati avrebbero giovato all’esperienza complessiva. Ci sono missioni secondarie interessanti e ben scritte, ma molte altre sembrano semplici riempitivi per allungare artificialmente la durata del gioco. A lungo andare, questa sovrabbondanza di attività può risultare stancante e spezzare il coinvolgimento della storia principale.
Una progressione profonda ma lenta
Un altro aspetto che potrebbe far storcere il naso è la progressione dei personaggi. Per poter sviluppare al meglio le abilità di Naoe e Yasuke è necessario dedicarsi a molte missioni secondarie di raccolte di pergamene, esercizi di spada o esercizi di arco, che rischiano di rallentare il ritmo dell’avventura principale. Se da un lato questo spinge all’esplorazione e alla scoperta del mondo, rendendo l’esperienza ruolistica ancora più marcata, dall’altro allunga artificiosamente la durata del gioco, rendendolo più macchinoso di quanto dovrebbe essere. Alcuni potenziamenti sono necessariamente legati allo svolgimento ad attività secondarie che potrebbero non interessare tutti i giocatori, costringendo a un grinding che non sempre si sposa bene con il ritmo narrativo del gioco.
Il sistema di combattimento, invece, è ben realizzato, con un’attenzione particolare alle differenze tra i due protagonisti. Naoe può contare su tecniche silenziose, movimenti rapidi e armi leggere, mentre Yasuke è un carro armato inarrestabile, con attacchi devastanti e un’armatura che lo rende quasi immune ai danni. Tuttavia, la gestione dell’intelligenza artificiale dei nemici è altalenante: a volte reagiscono in modo credibile, altre sembrano completamente disorientati, creando situazioni poco coerenti con il livello di sfida che ci si aspetterebbe.
The Review
Divertente e riuscito, nonostante i problemi
Ubisoft porta finalmente Assassin’s Creed nell’ambientazione più richiesta di sempre e lo fa con un titolo solido, seppur imperfetto. La storia è ben curata, la gestione dei due protagonisti è interessante, il combattimento profondo e appagante e i paesaggi sono spettacolari, ma il gioco si porta dietro anche diversi problemi: una grafica a due facce, un open world fin troppo pieno di bug e dispersivo, e una progressione piuttosto lenta. Per chi ama la serie (specie nelle sue ultime incarnazioni RPG) e ha sempre desiderato un Assassin’s Creed nel Giappone feudale, il gioco resta un’esperienza da provare. Shadows è un titolo riuscito e divertente, a tratti anche appassionante, ma che si porta ancora dietro alcuni problemi.
PRO
- Ambientazione splendida e ricca di dettagli
- Storia curata e interessante
- Il doppio gameplay offre varietà e nuove strategie
CONTRO
- Volti e recitazione datati rispetto al resto della grafica
- Open world dispersivo con troppi bug
- Progressione lenta e legata a missioni secondarie evitabili
Recensione impeccabile. “Meno è meglio” è la frase più adatta per tutti gli ultimi AC…. bravissimi 🙂
Grazie mille 😉