Devo ammettere di non essere mai stato un fan sfegatato degli FPS, ma li ho comunque sempre giocati con piacere. Ho una predilezione per i titoli in prima persona più atipici, con meccaniche di gioco diverse dagli FPS più tradizionali, come ad esempio Mirror’s Edge, o per quelli dai tratti fortemente RPG, come la serie di Fallout o quella di Skyrim. In ogni caso la serie di Call of Duty l’ho sempre giocata divertendomi parecchio, e mi sono tuffato con una certa curiosità in questo nuovo episodio che ci riporta, come agli inizi, nelle spietate e crudeli atmosfere della seconda guerra mondiale. Pronti a tornare in guerra per uccidere i nazisti?
Corsi e ricorsi storici
La serie di Call of Duty quindi, dopo tanti episodi e variazioni sul tema della guerra, compresi molti titoli dai tratti moderni o addirittura futuristici, torna alle sue origini e all’ambientazione storica più famosa: la seconda guerra mondiale. E, ovviamente, non cambia la parte da cui vivremo la storia: nei panni di un soldato americano, infatti, ripercorreremo tanti eventi e battaglie contro i cattivissimi soldati della Germania nazista.
La scelta di ripartire questa ambientazione ha diviso i fan: c’è stato infatti chi l’ha considerata un passo indietro, e chi invece un naturale ritorno alle origini. Sinceramente a noi ha interessato più di tanto questa diatriba, visto che una storia può essere originale o meno indipendentemente dall’ambientazione di partenza del gioco.
E di storia in questo Call of Duty: WWII ce n’è davvero tanta. E non mi riferisco soltanto a quella che tutti noi conosciamo dai libri di storia, quanto alle storie personali dei soldati che il gioco ci racconterà via via che proseguiremo nella storia. Uno dei meriti di questo nuovo COD infatti e di rispettare il canone principale della serie che l’ha resa famosa: la spettacolarità della campagna. Call of Duty: WWII vi farà infatti rivivere, come da tradizione, le paure, il coraggio, la mancanza di casa di tutti i soldati che sono protagonisti del gioco. Il tutto, ovviamente, condito da tantissime sequenza altamente spettacolari e pirotecniche, degne delle migliori produzioni cinematografiche.
Ma è anche in tutta questa spettacolarità che si nasconde, in fondo, il difetto più grande di questo nuovo COD; la mancanza di innovazione. Non che probabilmente i fan sella serie si aspettassero chissà quale cambiamento epocale. Anzi, in tanti sicuramente non avrebbero voluto vedere stravolta una formula di successo (Activison compresa…) che ha regalato così tanti episodi di successo. Se quindi quello che volevate era “semplicemente” un nuovo COD, con al sua consueta dose di spettacolarità e sequenze cinematografiche, bene: avete davvero pane per i vostri denti. Ma se vi aspettavate qualche cambiamento rilevante, fosse anche solamente per qualche nuova meccanica di gioco, purtroppo resterete delusi.
Viva il single player
Per chi, come me, è un amante sfegatato del single player, l’attenzione che Activision ha riservato alla campagna non può che fare un estremo piacere. Giocato poi su PC (lo so, è un limite probabilmente mio, ma se possibile io gli FPS li gioco esclusivamente su PC) Call of Duty: WWII è davvero un gran bel vedere, e la cura maniacale con cui la guerra viene riprodotta su schermo aumenta esponenzialmente la sensazione di essere davvero sul campo di battaglia. Personalmente ho giocato il titolo Activision con un PC che monta un I7-4790K, 16GB di RAM e una Geforce GTX 970. Nonostante Geforce Experience mi consigliasse settings grafici su livelli tra “Alto” e “Extra”, con cui ho riscontrato qualche occasionale calo di frame rate, ho preferito scendere su un livello generale “Alto”, giocando senza avere più nessun tipo di problema. Peccato solo per un livello di blur eccessivo (problema comune a molte produzioni moderne), che non abbandona praticamente mai il gioco, indipendentemente dai settings grafici.
Ho provato, ovviamente, anche alcune partite in multiplayer, e anche qui le partite si sono svolte in modalità e caratteristiche del tutto simili al passato: assenza di lag, divertenti, e qualche solito giocatore che usa esclusivamente trucchi a scapito del realismo. Da questo punto di vista però, visto il ritorno a meccaniche tradizionali e storiche, la mancanza dei doppi salti o delle camminate sui muri rende fortunatamente la vita più difficile ai giocatori più scorretti.
Un nuovo COD, nel bene e nel male
Call of Duty: WWII è un nuovo COD, nel bene e nel male. Nel bene perché tiene fede a tutte quelle caratteristiche che hanno reso famoso il brand Activion: una campagna divertente e abbastanza lunga, tante sequenze cinematografiche altamente spettacolari ed un multiplayer solido. Nel male perché il nuovo capitolo della saga non introduce praticamente nessun cambiamento o innovazione, scegliendo una strada sicura, già percorsa e ripercorsa più volte. Un gioco ovviamente avvincente e capace di regalare tante ore di divertimento (anche tantissime, se amate il multiplayer), ma che potrebbe riservare un retrogusto amaro a chi si aspettava, anche solo a livello di gameplay, qualche cambiamento rispetto al passato.