Quando Crisis Core: Final Fantasy VII uscì originariamente su PSP, nel lontano 2007, tutto sommato riscosse un meritato successo. Il gioco, essendo ambientato prima di Final Fantasy VII, si proponeva come un titolo perfetto da giocare sulla console portatile di casa Sony, essendo attesissimo dai fan della serie ma anche perfettamente godibile anche da chi non aveva mai giocato al capolavoro firmato Squaresoft.
Sull’onda del successo remake di Final Fantasy VII, ora Square Enix tira fuori dal cilindro questo Crisis Core: Final Fantasy VII Reunion, nuova rivisitazione di una delle perle più nascoste della saga di Final Fantasy, che ad oggi risulta ancora sconosciuta a molti.
Un nuovo centro della software house nipponica? Scopriamolo insieme in questa nuova recensione!
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Un vestito tutto nuovo
In Crisis Core: Final Fantasy VII Reunion la storia del videogioco è ambientata 7 anni prima rispetto a quella vissuta in Final Fantasy VII, e ha come protagonista Zack Fair. Il gioco si presenta, come il titolo originale per per PSP, come un action JRPG che riesce a mescolare sapientemente gli aspetti di un gioco di ruolo di stampo giapponese con dinamiche di combattimento più d’azione.
Questa nuova versione che, lo ricordiamo, è attualmente disponibile per PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox Series X/S, Xbox One, PC e Nintendo Switch, si presenta in linea con quanto di buono abbiamo potuto vedere con Final Fantasy VII Remake. Il gioco infatti è stato rivisto completamente, proponendo un gioco che si attesta sugli stessi standard qualitativi del titolo di due anni fa. Anche l’aspetto di Zack ora è in linea con quello del precedente remake, così come il comparto audio, su cui è stato svolto un lavoro davvero certosino.
Insieme alla traduzione italiana dei sottotitoli, infatti, Square Enix ha utilizzato nuovamente gran parte dei doppiatori utilizzati in Final Fantasy VII Remake per le voci disponibili in inglese e giapponese, rendendo così tutto estremamente omogeno con il titolo precedente.
Fedele alle origini, ma non troppo
Se da un punto di vista tecnico il gioco si è rifatto il trucco, da un punto di vista di gameplay Reunion rimane fedele a quello originale di Crisis Core: Final Fantasy VII, ma inserendo alcune interessanti novità che rendono il gioco più fresco e moderno.
Rispetto al titolo originale, ad esempio, Square Enix ha modificato sostanzialmente il sistema di controllo, affidando il controllo della telecamera alla comoda levetta analogica di destra (cosa che mancava nel titolo PSP) e dedicando tasti diversi ad attacchi e schivate. Inoltre il giocatore può ora richiamare i poteri delle materie gialle e verdi equipaggiate attraverso semplici combinazioni di tasti.
E’ rimasto invece invariato il sistema OMD (Onda Mentale Cerebrale), vale a dire una sorta di slot machine che girando allinea punteggi e sagome che appartengono ai personaggi che Zack ha conosciuto nel gioco e che garantisce bonus temporanei, evocazioni o attacchi più potenti.
Un sistema che all’epoca aveva ricevuto non poche critiche, ma essendo fortemente caratterizzante del gioco hanno deciso di mantenerla in questo remake. Che sia un bene o male, ovviamente, dipende dai gusti di ognuno: a noi, sinceramente, non è dispiaciuta affatto.
Abbiamo impiegato circa 13 ore per arrivare ai titoli di coda di Crisis Core: Final Fantasy VII Reunion. Una durata soddisfacente ma non certo paragonabile a quella di Final Fantasy VII Remake. Del resto, nonostante i lodevoli sforzi di ammodernamento di Square Enix, non va dimenticata la natura portatile del titolo, che oltretutto si porta sulle spalle ben 15 anni, davvero tantissimi nel mondo videludico.
Oltre a considerare una durata non eccesiva, quindi, chi si avvicina a Crisis Core: Final Fantasy VII Reunion dovrà anche considerare una certa “spigolosità “, che si traduce ad esempio in qualche missione secondaria piuttosto ripetitiva e noiosa, e in una storia non certo memorabile e intensa come quella visti nei capitoli principali della serie.
Un grande ritorno
Con Crisis Core: Final Fantasy VII Reunion Square Enix ha svolto un lavoro egregio, riproponendo in chiave moderna un titolo sconosciuto a molti, uscito ben 15 anni fa su PSP. Il risultato è un remake che si allinea perfettamente a quello di Final Fantasy VII sotto il lato tecnico, con un comparto video e audio riuscitissimo, a tratti davvero splendido da vedere. Ma il lavoro della software house nipponica non si è fermato a questo, ma si è spinto oltre con tante modifiche al gameplay, ora decisamente più fresco e moderno del titolo originale. Nonostante il gioco tradisca ancora la sua natura un po’ “antiquata”, con molte missioni secondarie un po’ noiose ed una durata limitata, Crisis Core: Final Fantasy VII Reunion è un un titolo che ogni appassionato della saga non dovrebbe assolutamente lasciarsi sfuggire.