Affilate le spade e riempite le faretre
L’attesa è terminata. Hidetaka Miyazaki, il geniale creatore della saga Souls, insieme alle sapienti mani degli sviluppatori della From Software, porta sui PC e console next-gen l’ultimo capitolo della sua storia più famosa, cominciata ormai nel 2009. Un inizio con un pesante senso di déjà-vu potrebbe far insorgere il dubbio che gli autori si siano accontentati di creare un more of the same, ma presto ci si rende conto che Dark Souls III non è “un altro” capitolo, ma la summa delle esperienze che Miyazaki ha creato, mostrato e fatto vivere nei capitoli precedenti della saga.
Nonostante la giovane età (solo 7 anni) il racconto è cosparso di richiami e rimandi agli avvenimenti che hanno caratterizzato la storia nei precedenti capitoli. Queste autocitazioni esaltano ancor di più la capacità del creatore di saper raccontare la trama fuori dagli schemi che caratterizzano la maggior parte dei giochi del momento e, inoltre, esaltano la passione e l’attaccamento della vasta fan base che questi onirici racconti di “spade e draghi” hanno saputo creare. Il filmato introduttivo ci presenta il regno di Lothric – il teatro delle operazioni nelle quali saremo coinvolti – distrutto, spezzato, spento.
La cenere, che tutto ricopre, ci presenta un regno dove ormai ogni speranza di rinascita è svanita. Il centro di Lothric è l’hub che utilizzeremo per tutto il gioco ed è qui, in questo crocevia di tutte le storie Souls, che dovremo rimettere sul trono i “Signori dei Tizzoni” (bella la traduzione!). Raccontare la trama sarebbe un vero spoiler, perché, anche in questo capitolo, scoprire cosa fare e dove andare è parte integrante della difficoltà di questo gioco. L’autore infatti, chiede al giocatore grande attenzione e sacrificio: dialoghi, parti cinematiche ed esplorazione sono tutti pezzi del puzzle finale. La caratteristica di questo e dei precedenti capitoli è la difficoltà: capire come affrontare un dungeon o un nemico, nella sua frustrazione, è uno dei tratti tipici che delineano il profilo dei giochi del creativo giapponese. Dark Souls 3 non fa eccezione.
Come una reunion di vecchi amici
La capacità dei ragazzi della From Software di riportare in vita tutto ciò che di bello aveva caratterizzato i precedenti capitoli è stata notevole. La scelta di non stravolgere ma affinare un collaudato sistema è generalmente poco coraggiosa, perché nella maggior parte dei casi il risultato non è apprezzabile, e spesso tutto si traduce in una semplice operazione commerciale. Non stavolta.
Miyazaki, al contrario, si discosta da tutto ciò che affonda nel main stream dei giochi, e nonostante in questi anni siano stati realizzati molti cloni dei suoi Souls, rimane fedele al suo credo videoludico, ma dando una gran bella lucidata alla sua creatura. Forse, a voler cercare il proverbiale pelo nell’uovo, si sarebbe potuto osare un pò di più sulle innovazioni, ma forse questo avrebbe scontentato troppo i fan. Infatti chi ha giocato i precedenti capitoli si troverà subito a suo agio fin dal primo atto di questa epica battagli, quando si trova a dover decidere quale personaggio adottare: dal suo aspetto fisico, alle capacità peculiari, fino alla classe (ne abbiamo a disposizione ben 10 stavolta!). Siamo in grado di customizzare al massimo il nostro eroe e fin da subito è bene considerare attentamente quale classe scegliere, poiché influenzerà pesantemente il nostro cammino. Il gameplay e il set di movimenti con le armi sono quasi identici a quelli che avevamo a disposizione nei titoli precedenti ed i fan probabilmente si infiammerà di entusiasmo fin dal primo scontro.
La novità nei combattimenti è il numero dei nemici (il posto è decisamente affollato) e la difficoltà di batterli. Gli incontri con i boss sono sempre pericolosamente al limite del lancio del pad, ma con pazienza e attenzione (come l’autore comanda) si potrà far tesoro degli errori per mettere in atto strategie efficaci. Da questo punto di vista la longevità del gioco, in funzione anche della bravura del giocatore, è potenzialmente infinita (il consiglio è di imparare a parare, schivare e contrattaccare, altrimenti non se ne esce!). Sempre nel solco di una “simulazione” più realistica possibile, un aiuto lo potremo ottenere attraverso il multiplayer online e quindi con una oculata scelta di mescolanza delle classi disponibili, così da poter unire frecce, lame e potenti magie. Tecnicamente il gioco è notevole: il motore grafico che fu di Bloodborne, acquista cavalli e ben si adatta alla potenza dei nuovi gaming system. A parte alcuni momenti di appiattimento il gioco, scivola via senza sostanziali difficoltà. La grafica, se da un lato può sembrare un po’ troppo inspirata al “passato”, concede panorami e colpi d’occhio notevoli e insieme ad una robusta colonna sonora, aiutata da ottimi effetti audio, crea grande atmosfera.
Dark Souls è tornato, e non delude i fan
La prova finale affrontata dalla From Software con a capo Hidetaka Miyazaki risulta superata. La scelta di miscelare tantissimi elementi del passato per raccontare l’epilogo travalica il concetto di commerciale mostrando grande passione e amore per questo gioco così fuori dalle logiche commercial/FPS che imperano al momento. I seguaci più ferventi e i nuovi giocatori si troveranno ad affrontare il più difficile e impegnativo GDR che il mercato può offrire, ma la ricompensa sarà adeguata. Un nuovo capitolo difficile ma appagante come i precedenti: Dark Souls è tornato!
Gino
Un gioco enorme, dopo aver letto la recensione ho preparato i soldi…
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