Diciamolo chiaramente: in un mercato ormai saturo di remastered, i remake sono invece lavori decisamente più graditi. Mentre i primi, infatti, si risolvono spesso in un semplice lavoro di upscaling e adattamento all’HD, i remake propongono invece un videogioco quasi inedito, con un comparto tecnico completamente nuovo ed un gameplay spesso rivisto secondo gli standard moderni.
Gli esempi, da questo punto di vista, non mancano: basti pensare a Ratchet & Clank, a Crash Bandicoot: N. Sane Trilogy o all’attesissimo remake di Resident Evil 2.
Proprio per questo motivo, quando fu annunciato Spyro: Reignited Trilogy, la comunità videoludica accolse con entusiasmo la notizia della prossima uscita del gioco completamente rivisto da Toys for Bob (già sviluppatori di Skylanders).
Scopriamo oggi se tale fiducia è stata ben riposta.
Sono tutto un fuoco
Spyro: Reignited Trilogy contiene le versioni remake di Spyro the Dragon (1998), Spyro 2: Ripto’s Rage (1999) e Spyro: Year of the Dragon (2000). Tre giochi, quindi, al prezzo di uno.
C’è però da dire che nel caso del primo capitolo, ad esempio, la durata è piuttosto bassa: il gioco si termina infatti nel giro di poche ore, specie se decidiamo di procedere in modo lineare, senza dedicarci alla ricerca di ogni gemma ed extra.
La trilogia, in ogni caso, riesce ad impressionare favorevolmente fin dai primi minuti di gioco: il lavoro svolto dai ragazzi di Toys for Bob è eccellente, regalandoci un gioco graficamente riuscitissimo, colorato e fiabesco.
Il lavoro del team di sviluppo, inoltre, non si ferma qui: alla grafica completamente nuova, infatti, è stato unito un gameplay svecchiato e molto più fluido rispetto al capitolo originale PlayStation, con il draghetto Spyro che non è mai stato così ben animato e veloce nel rispondere ai comandi.
A tutto questo si aggiungono inoltre alcune sequenze animate completamente inedite, ed un doppiaggio in italiano davvero curato e molto ben recitato.
Voglio una vita tranquilla
A differenza della serie di Crash Bandicoot, che offre alcuni passaggi di gioco decisamente complessi (ma anche appaganti da superare), la trilogia di Spyro è votata invece ad un gameplay molto più rilassante e spensierato.
Specialmente nel primo Spyro the Dragon, infatti, morire sarà un evento piuttosto raro, e si arriverà alla fine del gioco senza sussulti (complice anche una storia piuttosto fiacca) e con una facilità forse eccessiva.
Per fortuna, però, le cose cambiano in meglio nel secondo e terzo capitolo. Intendiamoci: il gioco non arriva mai a vette di difficoltà davvero rilevanti, ma il gameplay diventa sicuramente più ricco e vario, anche vista l’evoluzione che il gioco ha avuto negli anni, e anche la storia si fa decisamente più piacevole ed interessante da seguire.
Peccato però per alcuni saltuari cali di frame rate, piuttosto sorprendenti visto che parliamo di un gioco che non dovrebbe fare fatica a girare su console di ultima generazione come la PlayStation 4 (la versione da noi provata) o l’Xbox One. Anche la telecamera, inoltre, fa a volte fatica a seguire gli spostamenti più rapidi, costringendo il giocatore a dover subire qualche morte immeritata.
Un gioco che però, nonostante questi piccoli difetti, è riuscito a sorprenderci per l’ottimo lavoro svolto e per il divertimento che ancora oggi riesce ad offrire, permettendoci di tuffarci nuovamente nella piacevole avventura del piccolo e coraggioso draghetto Spyro, e offrendo anche ai più giovani l’occasione di gustarsi (in chiave moderna) uno degli storici titoli PlayStation.
Un remake davvero riuscito
Spyro: Reignited Trilogy riesce pienamente nel suo intento: prendere i tre capitoli della serie Spyro, e riproporli al pubblico in una veste completamente nuova, con sequenze animate inedite e con un gameplay più fresco e moderno dell’originale. Il risultato è un gioco coloratissimo e davvero bello a vedersi, divertente, rilassante, e che si arricchisce di capitolo in capitolo. Sicuramente la serie non era un capolavoro anni fa e non lo è nemmeno adesso, ma questa trilogia, nonostante qualche calo di frame rate e una telecamera non sempre perfetta, è riuscita comunque a sorprenderci, offrendo ai videogiocatori l’occasione di scoprire (o riscoprire) tre piccole perle del passato.