Torchlight è un nome abbastanza altisonante nel mondo degli hack ‘n’ slash. La serie è stata da sempre un rivale decisamente agguerrito del più celebre Diablo, ed è per questo che siamo arrivati decisamente carichi di aspettative all’uscita di questo Torchlight 3.
Il gioco arriva sul mercato dopo una produzione abbastanza travagliata: Echtra Games infatti, capitanata come sempre da Max Schaefer, aveva inizialmente annunciato Torchlight Frontier, un titolo free-to-play che aveva fatto infuriare non poco i fan della serie.
Così, dopo un brusco cambio di rotta che ha portato alla cancellazione di Frontier, ecco che Torchlight torna sui suoi passi con un titolo più classico, a cominciare proprio dal nome: Torchlight 3. Ma saremo anche tornati ai fasti di un tempo?
Monotonia a colori
Torchlight 3 tenta di ripartire esattamente da dove lo avevamo lasciato, vale a dire un hack ‘n’ slash con visuale isometrica, molto colorato e con il classico pannello in basso per gestire azioni, comandi speciali e magie. Anche la storia fantasy che propone è abbastanza classica. Avete presente il classico antico male che si risveglia nuovamente, e l’altrettanto classico manipolo di eroi deve rispedirlo da dove è venuto? Bene, è esattamente così.
Un problema da poco, del resto siamo abituati a vedere decine di buoni titoli che, seppur basandosi su storia poco originale, riescono poi a rivelarsi divertenti e riusciti. Purtroppo però, per nostra e vostra sfortuna, non è questo il caso.
Torchlight 3 infatti, fin dalle primissime ore di gioco, si è rivelato piuttosto noioso e ripetitivo, a cominciare già dalla scelta del nostro eroe: solo 4 tra cui scegliere, anche se, a dire il vero, ognuno caratterizzato piuttosto bene e con un set di azioni decisamente diverse tra loro.
Potremo infatti scegliere tra Ranger e Mago, due classi piuttosto comuni, e due classi invece più originali: il Forgiato e il Mastrorotaia. Il primo è un robot dotato di un potente cannone nascosto per effettuare potenti attacchi a distanza, mentre il secondo è sorta di evocatore, affiancato da un trenino armato di tutto punto. Davvero originale, non c’è che dire.
Purtroppo però. come dicevamo, andando avanti è la monotonia a prendere il sopravvento: i nemici su schermo, infatti, sono quasi tutti uguali, le azioni da compiere sono piuttosto ripetitive, e persino le boss fight spesso risultano essere semplicemente la versione ingrandita di nemici già incontrati tante volte in precedenza nel corso del gioco.
Dritto, sempre e solo dritto
Nemmeno il level design, purtroppo, riesce a convincere. Le missioni infatti si snodano su mappe di gioco che risultano infatti anonime, sviluppate spesso in un’unica semplice direzione, senza nessun guizzo o spunto in grado di appassionare o sorprendere il giocatore. Le circa 15 ore che abbiamo impiegato a terminare il gioco, quindi, si sono trascinate abbastanza stancamente, seppur qualche buon momento di gioco ci sia comunque stato.
Anche la crescita del personaggi risulta molto semplice e lineare, legata esclusivamente al superamento dei livelli, e priva quindi di quel mordente che spinga all’esplorazione o giustifichi un combattimento ripetuto.
È un vero peccato vedere un brand come Torchlight ridotto così. La sensazione generale è che Max Schaefer ed Echtra Games abbiano pubblicato un gioco in realtà ancora non finito e probabilmente non pronto per arrivare sul mercato, e che il prodotto finale sia il risultato di un taglia e cuci di progetti diversi con obiettivi diversi.
Un punto a favore lo segna invece l’ispirazione artistica del gioco: nonostante la presenza di tanti piccoli bug in cui ci siamo imbattuti nel nostro gameplay (noi abbiamo provato la versione PC grazie ad un codice review fornito dal publisher), il gioco ha comunque una direzione artistica tutto sommato riuscita e gradevole a vedersi.
Serve ancora tanto lavoro
Torchlight 3 è il risultato di un processo di produzione travagliato, iniziato con lo sviluppo di un gioco free to play che poi, a seguito delle proteste dei fan, si è trasformato in un gioco più tradizionale, portando però con se ancora davvero troppi strascichi del progetto precedente. Il risultato è un gioco che, per quanto artisticamente ispirato, è caratterizzato da un gameplay noioso e ripetitivo, da un level design piatto e banale, e da un sistema di crescita dei personaggi troppo semplice e lineare. Echtra Games ha ancora davvero tanto lavoro da fare per rendere giustizia al terzo capitolo di un brand storico nell’universo degli hack ‘n’ slash, che merita sicuramente di più.