Venerdì 13 – The Game: la facile ed economica pubblicità della violenza gratuita

Vi siete chiesti perchè pubblicare un trailer che mostra solo una serie di uccisioni brutali e violente?

Venerdì 13 – The Game: la facile ed economica pubblicità della violenza gratuita

EDITORIALE VIDEOGIOCARE –  Ha stupito, nella giornata di ieri, il nuovo trailer diffuso in rete per pubblicizzare Venerdì 13 – The Game, tie-in della celebra saga horror con protagonista Jason Voorhees, il cattivo per eccellenza con la maschera da hockey, diventato ormai una vera e propria icona del genere horror.
Lo stupore però non arriva, come qualcuno potrebbe sperare, per la qualità del gioco (anche perchè del gioco non è stato mostrato niente) ma perchè il trailer consiste semplicemente una serie di uccisioni brutali a danno di inermi ed impotenti vittime.

Come forse già saprete, il gioco è in fase di sviluppo per PC, Xbox One e PS4 grazie ad una raccolta fondi su Kickstarter e dovrebbe puntare sia su una modalità single player, sia su un multiplayer 7 contro 1 dove potremo controllare il cattivissimo Jason o le potenziali vittime con cui dovremo cercare in tutti i modi di salvarsi.

Personalmente, visto che con i film Venerdì 13 ci sono cresciuto, ero molto curioso di vedere come sarebbe stata sviluppata questa buona idea in multiplayer. Ad esempio mi chiedevo: “Ma impersonando le vittime, c’è un modo di combattere? Potrò almeno ferire Jason? O posso solo scappare?”. C’era quindi in me molta curiosità all’uscita del nuovo trailer mostrato all’XII PAX West. Era ovvio, visto che si trattava di un gioco basato su un film appartenente alla categoria “film slasher“, che mi aspettassi un trailer comunque violento ed aggressivo, ma speravo anche in qualche novità di gioco e di ciò che dovrebbe essere strettamente correlato al concetto stesso di gioco, ossia il divertimento.

Purtroppo invece, tutto quello che viene proposto è una serie di uccisioni cruente di vittime impotenti e terrorizzate. Del gioco, di nuove informazioni sulle modalità o di nuove fasi di gameplay, nemmeno l’ombra. Solo Jason che massacra una serie di vittime in sequenza strappandogli gli occhi, prendendoli ad accettate o bruciandoli vivi.




Due cose mi colpiscono in negativo: primo, di horror non c’è nulla. Nel primo trailer diffuso mesi fa, ad esempio, c’era la suspance e l’angoscia delle vittime che cercavano di nascondersi, come succedeva nei film. Qui invece, c’è solo una serie di scene violente fine a se stesse.
Secondo (ed è forse la cosa peggiore) mi accorgo che si tratta solo di una mossa commerciale per far parlare di un gioco che forse (e, ripeto, forse) non sta andando tanto bene in fase di sviluppo, e si cerca allora di scaldare ed eccitare quella (ahimè, forse larga) fetta di videogiocatori più giovani pronti ad esaltarsi per delle scene così forti e sanguinolente.

Personalmente non ho mai amato i giochi che fanno della violenza la loro caratteristica principale di successo e pubblicità (ad esempio Manhunt), però ci sono stati tanti buonissimi giochi che sono ricchi di violenza o scene splatter. Basti pensare ad esempio a Madworld dei Platinum Games, a Dead Rising di Capcom, fino ai più recenti God of War o GTA V. Tutti giochi a tratti molto violenti, ma tutti giochi molto validi e in alcuni casi (come in GTA V ad esempio) sorretti da una storia profonda e matura.

Insomma, non è la presenza della violenza il problema, quanto piuttosto quando la violenza diventa l’unica caratteristica di gioco da esaltare e pubblicizzare.

Quello che mi auguro insomma è che alla fine il gioco, che di partenza si basava su una buona idea, non scivoli inesorabilmente verso un prodotto scadente, poco divertente e curato nel gameplay, che punta solo sulla violenza più brutale per eccitare le menti più suscettibili a questo tipo di giochi e farsi una facile (ed economica) pubblicità.

Giornalista iscritto all'Ordine di Roma. Webmaster secoli fa di AniGames.it e PlayNow.it, ora fondatore di Videogiocare.it. Appassionato di tecnologia in generale e videogiochi in particolare, inizia il suo cammino con una introvabile Irradio TVG 888, per poi innamorarsi completamente del Commodore 64. Il resto è storia.

4 Commenti

  1. Articolo molto maturo, bravi!

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  2. Sono d’accordo con voi sulla ricerca della facile pubblicità, però mi raccomando di non scivolare troppo sul moralismo 🙂

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    • Per carità Simba, nessun moralismo. Anzi.
      Semplicemente, visto l’amore che abbiamo tutti per i videogiochi, non amiamo che ci prendano in giro con questi trailer che puntano solo ad eccitare chi ama la violenza fine a se stessa per farsi facile pubblicità.

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  3. Oh, finalmente qualcuno che tratta i videogiochi come arte e sistema di intrattenimento maturo, e non come un videclip per bimbominchia che si esaltano per il sangue!

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