Quella di Assassin’s Creed è senza dubbio una delle saga più famose di casa Ubisoft, se non la più famosa in assoluto. Il primo capitolo infatti, arrivato su Xbox 360 e PlayStation 3 nell’ormai lontano 2007, e l’anno successivo anche su PC, riuscì ad ottenere un successo davvero enorme.
L’avventura di Altaìr (e, in minor misura, di Desmond Miles) appassionò milioni di videogiocatori, complice una trama originale e appassionante, un’ambientazione estremamente suggestiva ed un comparto tecnico sbalorditivo.
Col passare degli anni e dei capitoli successivi, Ubisoft è stata spesso accusata di non aver saputo rinnovare la sua formula vincente, accontentandosi di sforare continuamente una lunga sfilza di more of the same per sfruttare al massimo la sua nuova gallina dalle uova d’oro.
Questo almeno fino ad Assassin’s Creed Origins, il titolo con cui Ubisoft ha dato un taglio netto col passato, passando da un’avventura action ad una dalle caratteristiche decisamente più GDR. Un cammino che la software house francese ha poi deciso di proseguire, non senza un certo coraggio, prima con Assassin’s Creed Odyssey e ora con questo nuovo Assassin’s Creed Valhalla.
Pronti a scoprire come è andata questa volta?
Il grande freddo
Come da tradizione, ogni titolo di Assassin’s Creed si svolge in una differente epoca storica e in una nuova location. Se quindi Origins ci aveva portato nell’antico Egitto, e Odyssey nell’antica Grecia, l’ultimo Assassin’s Creed Valhalla ci porta nelle freddi terre del nord, e precisamente in Norvegia, nell’universo della storia e della mitologia Norrena.
Il protagonista è Eivor, un vichingo che può essere (a nostra scelta) sia un personaggio maschile che femminile, e che vivrà una storia caratterizzata da un incipit ed uno sviluppo narrativo piuttosto comune (nonchè piuttosto abusato, diciamocelo): quello della vendetta.
In ogni caso, evitando come sempre accuratamente il rischio di spoiler, possiamo assicurarvi che, nonostante lo spunto iniziale poco originale, la trama è appassionante, ben raccontata e ben recitata, complice anche un ottimo doppiaggio in lingua italiana, e le ore in compagnia dell’avventura scorrono con un interesse sempre vivo nel voler scoprire come evolverà la storia del protagonista.
Da un punto di vista grafico, lo diciamo subito, Assassin’s Creed Valhalla è davvero bellissimo. Noi abbiamo provato il gioco grazie ad un codice review fornito da Ubisoft sulla nostra fedele Xbox One X, e il gioco è risultato così bello e ricco di paesaggi suggestivi e incantevoli che possiamo solo immaginare cosa possa essere il titolo in azione su una PlayStation 5 o una Xbox Series X su una TV in 4K.
L’ambientazione poi, tra fiordi, mari e cime innevate, ben si presta a scenari continuamente sorprendenti, tanto che molte volte ci siamo fermati a ruotare la telecamera solo per goderci lo splendido paesaggio e il suggestivo mondo di gioco che avevamo intorno.
Come prima, più di prima
Assassin’s Creed Valhalla continua con decisione sulla strada già intrapresa da Origins e Odyssey. Chi, quindi, non ha apprezzato la formula dei due precedenti capitoli, probabilmente non apprezzerà nemmeno questa. Quello che abbiamo di fronte, quindi, è nuovamente un open world molto vasto, con tantissime missioni principali e secondarie, numerose scelte da prendere e con dialoghi a risposta multipla, e dai forti tratti GDR di stampo occidentale.
Rispetto al passato spariscono, però, i tanti criticati livelli di missione. Sia in Origins che in Odyssey, infatti, in ognua di esse erano indicati dei livelli richiesti per poterle affrontare. In tanti avevano criticato questa scelta, perchè ritenuta troppo limitativa per il giocatore (anche se noi, ad essere onesti, non eravamo tra questi).
Ubisoft è quindi andata incontro alle richieste fatte dai giocatori, eliminando i livelli richiesti e lasciando libera scelta al giocatore su quali missioni affrontare.
Rimane in ogni caso presente il livello dei nemici, che apparirà quando li punteremo: se infatti decideremo di buttarci a capofitto in un combattimento con un’avversario troppo forte, un game over impietoso continuerà, come in passato, ad aspettarci dietro l’angolo.
Rimane molto simile al passato, nel bene e nel bene, anche il sistema di combattimento. Se quindi il fighting system offerto da Valhalla risulta simulativo quanto basta per affrontare i combattimenti con la giusta dose di pianificazione e strategia, e magari con un’approccio stealth per decimare almeno inizialmente gli accampamenti con nemici troppo numerosi, di contro permane una sensazione troppo “leggera” e poco solida rispetto a tanti titoli più o meno simili, primi fra tutti God of War o Dark Souls.
Molti colpi portati da Eivor, infatti, ci sono sembrati troppo veloci e irrealistici per restituirci quella sensazione di combattimento “vero” che abbiamo visto in altri giochi dello stesso genere. In ogni caso Ubisoft ha inserito, di contro, tante piacevoli novità, in particolare tanti abilità extra che potremo sbloccare non utilizzando il solito albero di crescita del personaggio, comunque presente, ma attraverso alcuni manoscritti che potremo trovare solo nelle missioni extra o esplorando il mondo di gioco.
Trattandosi di vere e proprie mosse speciali, anche molto spettacolari, che ci torneranno decisamente utili in combattimento sia a distanza ravvicinata che da lontano, mai come in Assassin’s Creed Valhalla Ubsisoft ci spinge all’esplorazione e ad affrontare missioni secondarie, perchè solo così potremo sbloccare tante spettacolari abilità di combattimento.
Inoltre è risultata divertente la possibilità, avvicinandoci con la nostra barca ad accampamenti nemici, la possibilità di avviare una razzia, approdando e dando il via ad un’intensa battaglia di gruppo con tutta la nostra ciurma a darci man forte. Una novità tutto sommato accessoria, ma alla fine divertente.
Assassin’s Creed Valhalla è un titolo che continua sulla strada tracciata da Origins e Valhalla. Nonostante condivida con i precedenti capitoli della saga alcuni difetti, come un sistema di combattimento che, per quanto migliorato, risulta ancora imperfetto, e una ripetitività di fondo andando avanti nelle ore di gioco (che forse sono anche troppe, rendendo il gioco eccessivamente prolisso), alla fine della prova è risultato un titolo appassionante, con una buona storia, divertente da giocare, con la solita ottima varietà di armi ed armature e tantissime mosse spettacolari da scovare nel mondo di gioco. Giocate e godetevi la riuscitissima storia di Eivor: ne vale davvero la pena.
Una grande ritorno in una splendida ambientazione
Ubisoft torna alla grande con il suo brand più importante, sfornando un nuovo capitolo divertente e appassionante, tecnicamente splendido da vedere e con una storia come sempre profonda, matura e appassionante. Assassin’s Creed Valhalla continua sulla strada già tracciata da Origins e Odyssey, ma migliorando il gioco sotto molti di vista, primo fra tutti un sistema di combattimento ricco di mosse molto più spettacolari rispetto ai precedenti capitoli. Permane però nel fighting system ancora una base poco solida e con movimenti a volte troppo rapidi e irreali, oltre ovviamente agli immancabili bug che accompagnano come sempre gli open world così vasti e complessi, ma il nuovo capitolo della celebre saga made in Ubisoft riesce comunque a fare centro, regalandoci un protagonista riuscito e un nuovo capitolo tutto da vivere e giocare, che farà le felicità di chi aveva giù apprezzato la svolta GDR data alla saga da Ubisoft.