Abbiamo seguito con sincero interesse lo sviluppo di Soulstice, un action game in terza persona davvero molto promettente e coraggioso firmato Reply, studio italiano che ha scelto di lanciarsi nella produzione di un’opera complessa ed impegnativa, e che si rifĂ in maniera evidente a titoli del calibro di Bayonetta e Devil May Cry.
Finalmente abbiamo potuto provare la versione definitiva grazie ad un codice review per PlayStation 5 fornito dal publisher, e dopo aver passato diverse ore in compagnia delle sorelle Briar e Lute affettando e spazzando via nemici e mostri di ogni tipo siamo finalmente pronti a raccontarvi le nostre impressioni.
Una spada e una sorella
Soulstice è un titolo i cui riferimenti, come dicevamo, sono evidenti: c’è Bayonetta, c’è Devil May Cry, ma c’è anche Nier Automata, specie per quanto riguarda le saltuari fasi platform 2D e 3D che cercano (forse senza troppo successo) di spezzare la monotonia delle fasi di combattimento. Al centro del gioco ci sono due sorelle: Briar e Lute, una guerriera e uno spirito di carattere diametralmente opposto e al centro di un gioco che fa della linearitĂ la sua caratteristica principale per quanto riguarda l’avanzamento.
In Soulstice infatti, come da tradizione del genere, la strada da percorrere è unica, non ci si può perdere, e quel pizzico di esplorazione che c’è è relegata alla distruzione di alcuni elementi presenti nel mondo di gioco per la raccolta di materiale per sbloccare poi nuove abilitĂ delle due sorelle. La trama purtroppo non brilla, risultando priva di guizzi narrativi che possano stimolare la curiositĂ del giocatore, e alla fine si andrĂ avanti per il semplice (seppur non trascurabile) gusto di proseguire e arrivare alla fine.
Il sistema di combattimento è invece il vero cuore pulsante del gioco. Si tratta ovviamente di un hack and slash tutto basato su velocità e schivate, adrenalinico e divertente, ma dove alla lunga sarà il button mashing (ossia la pressione continua di un solo tasto) a farla da padrone. Anche nelle fasi più avanzate del gioco infatti, quando potremo scegliere fra tante armi diverse (spada, arco, martello, frusta, etc), alla fine ci ritroveremo sempre e comunque a premere forsennatamente lo stesso tasto, alternandolo solo con quello delle schivate.
Coraggio tutto italiano
Soulstice è un’opera sicuramente coraggiosa. Spesso infatti i piccoli studi indipendenti, nello sviluppo delle loro prime opere, si “rifugiano” nella decisamente piĂą semplice bidimensionalitĂ , puntando tutto sulla forza delle idee visto che non possono contare su budget di rilievo che gli permetta di raggiungere il livello di produzioni tripla A. Una scelta che del resto in passato ha regalato videogiochi davvero interessanti e unici nel loro genere (basti pensare al recente Chicory: A Colorful Tale), ma che non è quella su cui ha deciso di puntare Reply Games Studios, ossia la software house italiana dietro Soulstice.
Se questo da un lato si traduce in una scelta coraggiosa, dall’altro però evidenza dei limiti piuttosto evidenti procedendo nel corso del gioco. Nelle circa 15 ore che abbiamo impiegato per raggiungere i titoli di coda di Soulstice, infatti, nonostante una grafica ispirata e sicuramente riuscita abbiamo dovuto fare i conti con una monotonia degli scenari che alla lunga stanca parecchio. Anche il sistema di combattimento, nonostante sia divertente e appagante, è privo di quel guizzo e di quella profonditĂ tipica dei capolavori del genere, risultando un po’ ripetitivo. Fanno eccezione però le boss fight, che invece sono sempre risultate la parte piĂą divertente del titolo firmato Reply.
Arrivati ai titoli di coda di Solulstice, nonostante i limiti elencati, possiamo dire che ci siamo divertiti, ma la sensazione principale che abbiamo avuto è quella di sperare in un seguito o in un nuovo titolo che garantisca ai talentuosi ragazzi di Reply un budget più elevato che gli permetta di fare il salto della definitiva consacrazione. Potrebbero riservarci davvero delle sorprese.
Un action divertente ma con qualche limite
Dopo circa 15 ore passate in compagnia delle sorelle Briar e Lute per arrivare alla fine della loro avventura, possiamo dire che questo Soulstice ci ha decisamente divertito. L’opera firmata dallo studio italiano Reply Games Studios ha dei riferimenti piuttosto evidenti (Bayonetta, Devil May Cry, Nier Automata), e riesce a farsi notare grazie soprattutto ad un gamemplay frenetico ed appagante. Purtroppo però al gioco manca quel guizzo e quella profonditĂ che caratterizza i capisaldi del genere, ma che fa davvero ben sperare per i lavori futuri dello studio italiano.