Resident Evil 3 – Recensione

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Recensire un gioco in ritardo rispetto ai “big” italiani ed internazionali, nonostante ti impedisca di essere “sul pezzo” come gli altri, può anche avere i suoi vantaggi, bisogna dirselo. Il primo (e forse unico) che mi viene in mente è il fatto di conoscere già il parere della stampa in fase di gioco e, di conseguenza, in quella di recensione.

Resident Evil 3 in Italia non ha avuto molto consensi, diciamocelo. Tutti voti molto più bassi di quanto ci si aspettasse, che quasi mai hanno superato l’8. Piuttosto diversa la situazione, invece, presso le testate internazionali, dove il gioco ha spesso ricevuto voti molto più alti, in alcuni casi raggiungendo addirittura il 9 (come sul celebere IGN)

Ma dov’è la verità? Beh, nei videogiochi il parere è sempre soggettivo. Anzi direi spesso molto soggettivo.

Tutto quello che posso fare, dopo aver finito il gioco, è provare a dirvi il mio.

Il triangolo no

Resident Evil 3, ormai lo sanno anche i sassi, è il remake del Resident Evil 3: Nemesis (in Giappone Biohazard 3: Last Escape), sviluppato e pubblicato da Capcom nel lontano 1999 su PSX e, successivamente, anche su PC, Dreamcast e Gamecube.

Attenzione, remake, non remastered: non si tratta infatti di semplice lavoro di riadattamento di texture o audio del gioco originale, ma di una versione completamente nuova del gioco, esattamente come già successo con l’ottimo remake Resident Evil 2.

Di nuovo, quindi, ci troviamo davanti ad un action game in terza persona, con risvolti survival, in cui, alternandoci nei panni di Jill e di Carlos, dovremo fare attenzione al numero di munizioni e alle erbe a disposizione per curarci (anche se stavolta il gioco è molto più generoso). Bisogna inoltre segnalare che stavolta Capcom si è presa molte libertà , inserendo tante sequenze extra ed eliminandone altre (come la parte relativa alla Torre dell’Orologio).

Inoltre, complice un RE Engine mai così in forma, il gioco è un vero piacere da vedere oltre che da ascoltare, grazie all’ottima colonna sonora e soprattutto all’eccellente doppiaggio italiano.

Stavolta però il gioco, oltre che sulla storia di Jill e Carlos, è focalizzato anche Nemesis, vero co-protagonista del gioco contro cui dovremo ingaggiare ripetuti duelli, alcuni inseguimenti davvero spettacolari e adrenaliniche boss fight.

I ritmi di gioco, rispetto al precedente capitolo, sono inoltre decisamente più serrati e frenetici. Ci sono più munizioni, più scontri a fuoco e molte sequenze cinematografiche.

Un bene? Un male? Dipende da voi. Personalmente sono un fan dei survival più puri, ma devo dire che, anche per il gusto di cambiare, ho apprezzato il fatto questo nuovo capitolo fosse un po’ diverso rispetto al precedente, e ogni tanto (ma badate bene: non sempre) mi consentisse anche di scaricare un bel caricatore di proiettili contro un nemico particolarmente ostico.

E tu quanto duri?

E arriviamo al punto cruciale della recensione, il grande difetto che ha causato il crollo delle votazioni presso tante testate giornalistiche, blog, magazine e così via: è vero che Resident Evil 3 dura poco? La risposta è si, dura poco. Ma non quanto qualcuno vi ha raccontato.

Ho letto recensioni in cui ci si lamentava di una durata di circa 5 ore, e sinceramente non capisco come sia possibile (che sia la voglia di fare gli spacconi?). Ok, il remake di Resident Evil 3 sicuramente non supera le 10 ore (del resto l’originale era brevissimo), però io ad esempio per terminare il remake di Resident Evil 3 ho impiegato quasi 8 ore, non certo 5 come racconta, stranamente, qualcuno, e non mi sono nemmeno mai bloccato da nessuna parte.

Ok, l’esplorazione di Racoon City risulta dannatamente divertente e ricca di tensione, complice anche l’ottimo sistema di gun fight, e quindi  sono spesso tornato indietro per raccogliere il più possibile nuovi borselli, armi e munizioni. Ma il gioco non è eccessivamente complesso, e quindi la durata che ho ravvisato non è certo imputabile alla ripetizione continua di alcune sequenze di gioco particolarmente difficili.

Il vero difetto, secondo me, è che a differenza di Resident Evil 2, in cui una volta finita l’avventura con Claire si sbloccava quella di Leon (o viceversa), fattore che aumentava esponenzialmente la durata, in Resident Evil 3 invece, una volta raggiunto l’end game, oltre a sbloccare nuovi costumi o livelli di difficoltà, non c’è molto altro. E questo, secondo noi, è molto più penalizzante sia in ottica di durata che, conseguentemente, di rigiocabilità.

Menzione particolare, però, va a Resident Evil: Resistance, di fatto un gioco a sé più che una semplice modalità extra, che mette cinque giocatori a confronto in modalità multiplayer. Ad uno toccherà il ruolo del crudele Mastermind e gli altri saranno invece le sfortunate cavie, costretti a combattere per tentare di sopravvivere e  magari scappare dal laboratorio in cui sono rinchiusi.  Un modalità tutto sommato riuscita (seppur ancora suscettibile di miglioramenti) che permette di aumentare esponenzialmente la durata del gioco.

Un grande ritorno

Capcom fa di nuovo centro, sfornando un remake appassionante, divertente e ricco di tensione. Rispetto al remake di Resident Evil 2 il gioco prende sicuramente una piega leggermente più action e meno survival, ma anche decisamente più ricca di sequenze spettacolari. Il RE Engine inoltre brilla come non mai, regalandoci uno spettacolo visivo che è davvero una gioia per gli occhi. Peccato solo per una durata davvero esigua (seppur diversa da quanto qualcuno vi ha raccontato) e da una rigiocabilità non altissima, che ci costringono purtroppo ad abbassare un po’ il voto di un gioco che però, a conti fatti, ci ha davvero convinto, e di cui consigliamo caldamente l’acquisto a tutti i fan della serie.

PRO

  • Tecnicamente splendido
  • Divertente e ricco di suspense
  • Gli scontri contro Nemesis sono sempre appaganti
  • Ottima colonna sonora ed eccellente doppiaggio italiano
  • La modalità Resistence aumenta esponenzialmente la durata

Contro

  • La modalità storia è piuttosto breve
  • Mancano alcune location dell'originale
8.2

Molto buono

Giornalista iscritto all'Ordine di Roma. Svezzato a NES, cresciuto a PlayStation e Xbox e sfamato a PC gaming. Ha accolto con entusiasmo il progetto videogiocare.it. Purtroppo spesso non è d’accordo con il pensiero generale riguardo i giochi, ma qualcuno deve pur cantare fuori dal coro. Il suo motto è: “Bisogna prestare poca fede a quelli che parlano molto”. Oh, non lo ha detto lui, ma Catone.

2 Commenti

  1. Lo sto giocando dal day one e anche io ho già superato le 7 ore, senza averlo ancora finito. Secondo me chi parla di 5 ore non l’ha giocato…

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  2. Ottima recensione, lo prenderò alla prima offerta sotto i 40 🙂

    Reply

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